domenica 23 novembre 2014

Reality 2

Sentì la stanchezza cascargli addosso mente la notte finiva. Le automobile in transito sembravano diminuire con l'avvicinarsi dell'alba. Passavano rapide nelle corsie spostando denaro su estratti conto che nessuno avrebbe mai controllato. Il televisore macchiava di bianco le pareti di cristallo e le stupide domande del conduttore di turno creavano un appiglio ai suoi pensieri. Era proprio quella la vocina che gli capitava di sentire un attimo prima di perdersi del tutto. La voce falsa e metallica del conduttore di quel quiz musicale finiva per salvargli la vita. Prima che tutto il suo essere scivolasse in quel posto da cui, e lo sapeva benissimo, non sarebbe mai più potuto tornare. 
La Porche era bassa. Talmente bassa che abbassò il vetro e sporse il capo dal gabbiotto. La sogliola sollevò una palpebra di cristallo.  I Deep Purple picchiavano duro nell'abitacolo. Una mano di porcellana sbucò dal finestrino. Pensò a tutto il resto del corpo ricostruendone una parte per volta. Il braccio, la spalla e i seni. Il ventre piatto e le gambe lunghe e lucenti. Immaginò anche le scarpe con i tacchi a spillo, che di sicuro aveva tolto per poter guidare meglio. E le calze rotte dietro un polpaccio e su una coscia. Appesa alla mano sibilava una banconota di grosso taglio. La televisione biascicava la pubblicità di un profilattico gusto kiwi. Poi la testa del sindaco partì in uno spot elettorale.  Capiva il cinese abbastanza bene e non aveva bisogno di guardare i sottotitoli. La mano era grande ma, allo stesso tempo, generando una sensazione di strano contrasto, viva e femminile. La banconota sibilava sbattuta dal vento e la mano aspettava impaziente che qualcuno la cogliesse. La sua mente scrollava alla ricerca del titolo della canzone e sentì gli occhi di lei che indagavano nella sua direzione. Mise in funzione la visione periferica e afferrò il denaro. I suoi occhi erano impegnati a immaginare la fascia delle auto reggenti nascosta dalla lucida minigonna di pelle. Poi una sirena cominciò a suonare in lontananza. Pensò che fosse il segnale del cambio di turno nelle fabbriche tessili che circondavano il casello dell'autostrada. Alle sei smontava il turno di notte ed era un suono antico, cui ormai si era abituato. Ma, nonostante la testa del sindaco promettesse anni di prosperità inevitabile, ancora non si era fatto giorno e realizzò che il suono veniva dal suo cervello. Il centone si sfogliò come una cipolla, dividendosi in due fratellini identici. Rapidamente li passò nel tester ed entrambe le volte si accese il led verde. Ma il numero di serie delle banconote era lo stesso. Lei mise il silenziatore alla chitarra di Ritchie. Solo allora vide chiaramente il suo volto uscire dall'oscurità e l'onda dei suoi capelli si spense sul cristallo abbassato. Due occhi troppo azzurri sopravvivevano in mezzo alla maschera del trucco disfatto.
-Mi spiace ma non posso accettare banconote da cento euro, disse tenendo uno dei centoni sospeso nello spazio che li divideva.
La donna artigliò la banconota. La bocca concesse un sottile sorriso mentre la Porche schizzava via frantumando la sbarra di plastica. Rimase a guardare l'altro centone abbandonato sul registratore di cassa. Il titolo della canzone era Strange Kind Of Woman. 

sabato 15 novembre 2014

il sub

spesso rotolo sul fondo
mi chiedo mille cose e non rispondo

senza più niente da fare
è difficile ricordarsi anche di respirare

ma una sola cosa canta il mio cuore:
qualcuno mi dia un respiratore!