Scendo gli scalini della mia casa. Quella dove sono anche nato. Ho attraversato i suoi silenzi con fatica. Lo spazio era già occupato da ricordi che non mi appartenevano. In ogni caso io non li volevo. E' una pelle di cui avrei fatto volentieri a meno. Un limite fra su e giù, fuori e dentro. Tutto quello che riesco ad apprezzare sta in superficie. Questi scalini sono la cicatrice dove spingo il mio sguardo. Sono il mio modo di approfondire. Scendo tra i quadri brutti, quelli che mia madre si rifiutava di mostrare in salotto. L'umidità innerva le pareti gialle. La puzza di muffa si infila nelle mie narici. Scendo nello stomaco di questa casa appoggiata sull'acqua, a pochi passi dal fiume. Ho una torcia. Troppa luce sarebbe insopportabile. Emerge dal buio solo ciò che voglio vedere.
Magritte
Impero delle luci